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Sarà aperta al pubblico il prossimo 1 giugno, presso la Caserma Goito di Brescia (Via Antonio Callegari, 1), la mostra “D’IVO. Cinquant’anni d’arte”, in occasione del mezzo secolo di attività artistica di Ivo Compagnoni.
La mostra sarà occasione per conoscere l’evoluzione dell’attività del pittore bedizzolese che, a partire da un figurativo tradizionale, è arrivato ad una personale e particolare tecnica pittorica che, attraverso l’uso dei colori primari, della tecnica mista, dei supporti studiati e dell’elaborazione di materiale di riuso e riciclo, ha saputo crescere creando lavori sempre nuovi. Offre al fruitore la visione del reale e dei sogni; crea percorsi della mente spesso inusuali, seguendo la macchia del colore e le evoluzioni dei materiali che, sotto i suoi occhi e le sue mani, prendono forma e forme, donando novità e senso di concretezza, immaginifico e riflessione, soprattutto intorno alla sua “firma” degli ultimi vent’anni, il nido di vespe.
La mostra, nel cuore cittadino, grazie alla disponibilità del Centro Documentale di Brescia dell’Esercito Italiano (nella persona del comandante, il tenente colonnello Davide Maghini, e dei suoi collaboratori), consentirà l’incontro con l’artista in momenti dedicati specificamente a visitatori e associazioni, in modo da percepire maggiormente cosa si cela dietro il lavoro di un personaggio che ha saputo diventare uno dei maggiori esponenti dell’attuale panorama artistico bresciano.
La mostra, a cura di Alessia Biasiolo, sarà aperta dall’1 al 12 giugno prossimi, dalle 9 alle 12 e dalle 14 alle 17, con ingresso libero. È patrocinata dall’Associazione A.D.I.D.
“Ti racconto la Traviata” vuole guidare gli ascoltatori ad un approccio spigliatamente divulgativo a uno dei più grandi e amati capolavori di Verdi e di tutta la plurisecolare storia dell’opera lirica. Lo propone Roma Sinfonietta mercoledì 14 maggio 2025 come ultimo appuntamento della sua stagione concertistica all’Auditorium “Ennio Morricone” dell’Università di Roma Tor Vergata (Macroarea di Lettere e Filosofia, via Columbia 1).
Questo concerto fa parte del progetto “Ti racconto l’opera” ideato e realizzato da Anna Rollando, musicista, laureata in Scienze e Tecnologie della Comunicazione e autrice di libri e progetti teatrali di divulgazione musicale. La Rollando stessa spiega quello che il suo progetto si propone e – a giudicare dalle esperienze precedenti – realizza in modo semplice e proprio per questo estremamente efficace: “Grazie ad una narrazione evocativa e coinvolgente, che si mantiene fedele ai testi originali dei libretti ma utilizza un linguaggio più semplice e chiaro, e a una selezione delle arie più celebri, la musica lirica si svela in tutta la sua bellezza e raggiunge il pubblico anche nei contesti in cui non si ha la possibilità di disporre di un allestimento completo. In questo modo l’opera si presenta al pubblico in una forma ‘leggera’ ma allo stesso tempo perfettamente in grado di trasmettere il suo fascino immortale. Il proposito è che questa esperienza ‘raccontata’ susciti negli ascoltatori il desiderio di vivere l’opera nella sua versione integrale, nel contesto magnifico e indimenticabile del teatro”.
La narrazione, affidata alla voce della stessa Rollando, introduce e spiega gli ambienti e le atmosfere in cui si svolge La Traviata e i sentimenti che muovono i protagonisti. Tre cantanti, che incarnano i protagonisti dell’immortale opera di Verdi, intervengono in maniera naturale nella narrazione per cantare quelle arie e quei duetti celeberrimi, che sono le pagine fondamentali della Traviata e che concentrano i momenti più emozionanti e drammatici dell’opera.
Sono stati scelti tre giovani cantanti, che sanno immedesimarsi nei protagonisti della Traviata in modo spontaneo e coinvolgente. Violetta sarà il soprano Rosaria Angotti: è un’artista versatile, pianista e cantante, che svolge una brillante carriera internazionale, interpretando opere comiche e romantiche del Sette-Ottocento ma anche compositori dell’avanguardia storica come Luigi Nono. Altrettanto versatile è l’interprete di Alfredo, il tenore Antonio Sapio, brillantemente diplomatosi sia in canto rinascimentale e barocco che in canto lirico. È anche attore: in particolare ha interpretato diverse commedie di Shakespeare con la regia di Gigi Proietti. A interpretare Giorgio Germont, padre di Alfredo e fermamente contrario al suo amore per Violetta, è il baritono Marco Severin, la cui carriera spazia da Roma a Pechino, con un repertorio che va da Mozart a Verdi, da Schubert a Mascagni, dall’opera comica alla musica sacra.
A concentrare sulla tastiera del pianoforte la partitura orchestrale di Verdi sarà Mirco Roverelli, che ha collaborato con grandi cantanti come Fiorenza Cossotto, Giuseppe Taddei e Leo Nucci e con grandi direttori come Wolfgang Sawallisch, Claudio Abbado, Giuseppe Sinopoli e Antonio Pappano.
Biglietti: € 12,00 intero; € 8,00 ridotto per personale universitario, over 65 e titolari CartaEffe Feltrinelli; € 5,00 studenti
I biglietti si possono prenotare telefonicamente(06 3236104) e ritirare il giorno del concerto oppure acquistare direttamente prima del concerto.
L’Associazione Roma Sinfonietta dedica due concerti – il 15 e 16 maggio alle 20.30 al teatro Olimpico di Roma – a Ennio Morricone, uno dei compositori più famosi non soltanto della nostra epoca ma di ogni epoca. Lo testimoniano l’ammirazione che lo circondava in vita e lo circonda tuttora in Italia e nel mondo intero e i riconoscimenti che gli sono stati tributati: due premi Oscar – il primo “alla carriera” nel 2007, il secondo per The hateful eight di Quentin Tarantino nel 2016 – e innumerevoli altri premi, dal Golden Globe ai Grammy, Bafta, David di Donatello, Nastri d’Argento, European Film Awards, Leone d’Oro, eccetera. Ma altrettanto e forse più significativa è la grande presa che la sua musica esercita su un numero enorme di ascoltatori (sono oltre settanta milioni i dischi venduti) e che non diminuisce col passare degli anni, tutt’altro.
A dirigere l’Orchestra Roma Sinfonietta in questi due concerti sarà Andrea Morricone, figlio di Ennio e anch’egli compositore e direttore d’orchestra, che già da prima della scomparsa del padre si è dedicato con assiduità ed amore alla sua musica, ma contemporaneamente ha continuato la propria attività di compositore. Ha infatti composto diverse e importanti colonne sonore, ma fra tutti i suoi lavori cinematografici spicca la composizione del Tema d’amore del film Nuovo Cinema Paradiso, premiato col Bafta Awards e interpretato da grandiartisti internazionali, qualiRené Fleming, Andrea Bocelli e Itzhak Perlman. Ha vinto anche due Golden Globe Awards con le sue colonne sonore per L’Industriale e per Raul, diritto di uccidere.
Per questo concerto da lui diretto – che sarà ripetuto due volte – Andrea Morricone ha scelto le musiche più note e più amate di suo padre, attenendosi fedelmente alle partiture originali, senza gli adattamenti e le trascrizioni a cui vengono spesso sottoposte. Per l’occasione le musiche di alcuni film sono state da lui riunite in suite, alcune delle quali sono dedicate ai film nati dalla collaborazione di Morricone con un singolo regista mentre altre suite accostano le musiche per film di diversi registi.
Ad aprire il concerto è la musica che Ennio Morricone ha composto per Gli intoccabili di Brian De Palma. Poi si passa ad una suite con le musiche scritte per Giuseppe Tornatore e precisamente per i film La leggenda del pianista sull’oceano, Malena e Una pura formalità: qui ha un ruolo importante Vincenzo Bolognese, violino solista. Seguono le musiche di Sostiene Pereira di Roberto Faenza. Al centro del concerto sta la suite che riunisce le musiche per tre western – famosissimi, a dir poco – di Sergio Leone, cioè Il buono, il brutto, il cattivo, C’era una volta il West e Giù la testa, con brani iconici come L’uomo dell’armonica e L’estasi dell’oro: l’armonica è ora suonata da Luigi Mattacchione, che ha più volte collaborato personalmente con Ennio Morricone, mentre la voce solista è quella di Fiammetta Tofoni, giovane soprano avviata ad una più che promettente carriera sui palcoscenici operistici.
Andrea Morricone
Si prosegue con la suite intitolata “Fogli sparsi”, che include le musiche scritte da Morricone per Il Clan dei Siciliani e Metti una sera a cena, diretti da due importanti registi quali Henri Verneuil e Giuseppe Patroni Griffi. La suite successiva è intitolata “Cinema 1” e riunisce le musiche scritte per alcuni film di grande successo: Nuovo Cinema Paradiso di Tornatore, Il prato dei fratelli Taviani, Indagine su un cittadino al di sopra di ogni sospetto di Elio Petri, C’era una volta in America di Leone: si ascolteranno qui brani celeberrimi come Tema di Deborah e Poverty, con Bruno Lombardi e Antonello Maio, solisti rispettivamente al flauto e al pianoforte. Conclude il concerto la suite interamente dedicata alle musiche per Mission di Roland Joffé, una delle colonne sonore di Morricone più amate, di cui si ascolteranno momenti indimenticabili come Gabriel’s oboe (l’oboe solista sarà Antonio Verdone), The falls e On Earth as it is in Heaven.
L’Orchestra Roma Sinfonietta è stata per molti anni assidua collaboratrice di Ennio Morricone, che l’ha diretta innumerevoli volte sia in sala di registrazione sia nelle sale da concerto del mondo intero, tra cui Royal Albert Hall di Londra, Palazzo dei Congressi di Parigi, International Forum di Tokyo, Radio City Hall di New York, Festival Hall di Osaka, Olympic Gymnasium di Seoul, Auditorium del Cremlino di Mosca. Partecipano al concerto il Nuovo Coro Lirico Sinfonico Romano e il Coro Claudio Casini dell’Università di Roma Tor Vergata: il Maestro di questi due cori è Stefano Cucci, anch’egli tra i più stretti collaboratori di Ennio Morricone.
In occasione dei due concerti, nel foyer del teatro Olimpico sarà allestita una mostra di partiture di Ennio Morricone, che testimoniano la sua intensa e mai interrotta attività nel campo della musica assoluta, come egli stesso la definiva, a cui era stato avviato dai suoi studi con Goffredo Petrassi al Conservatorio “Santa Cecilia” di Roma e che coltivò con passione, al punto di rammaricarsi che i suoi successi in campo cinematografico avessero messo in ombra una parte non secondaria della sua creatività.
Dopo aver conquistato i palchi di New York, Parigi, Berlino e Londra, e il pubblico italiano con i suoi concerti sold out nel 2024, la violoncellista, cantante e compositrice cubana Ana Carla Maza torna in tour in Italia con Caribe World Tour 2025, che accompagnerà l’uscita della nuova Deluxe Edition dell’album Caribe, arricchita da inediti arrangiamenti, nuove versioni dei brani più amati e dal nuovissimo singolo “Diana”, già disponibile anche in videoclip.
Il tour farà tappa in Italia con sette appuntamenti speciali che toccheranno alcune tra le location più suggestive e significative del panorama musicale nazionale. Il tour prenderà il via il 14 maggio da Milano, con un concerto alla Santeria, per poi spostarsi a Roma il 16 maggio, dove l’artista si esibirà all’Auditorium Parco della Musica. Il 18 maggio sarà la volta di Perugia, con una tappa all’Auditorium San Francesco al Prato, seguita il giorno successivo, 19 maggio, dalla partecipazione al Cremona Jazz Festival. Durante l’estate, Ana Carla sarà protagonista di altri concerti all’aperto: il 13 luglio all’Eco Jazz Festival di Reggio Calabria, il 19 luglio a Stresa e il 20 luglio a Fiesole. Il tour italiano si concluderà il 21 settembre nell’incantevole cornice di San Martino di Castrozza per il festival Suoni delle Dolomiti, con un’esibizione che promette di essere tanto intima quanto spettacolare.
Ana Carla si esibirà con una formazione allargata, dal trio fino a una band completa, per restituire l’energia e l’esuberanza dei suoni caraibici che compongono l’ossatura dell’album Caribe. Un live vibrante, coinvolgente, che fonde la tradizione delle descargas cubane degli anni Cinquanta con rumba, bossa nova, samba, tango e accenti jazz e pop contemporanei.
La storia di Ana Carla Maza è quella di una giovane donna che ha trasformato il suo percorso artistico in un progetto completo e indipendente. Dopo il successo di La Flor (2020) e Bahía (2022), Caribe ha segnato una svolta anche sul piano produttivo: l’artista ha infatti fondato la propria etichetta discografica, ACM, con la quale ha prodotto e firmato integralmente l’album. “Nella musica latina – afferma – le donne cantano e gli uomini fanno tutto il resto. Io ho deciso di produrre da sola, scrivendo ogni arrangiamento per un sestetto. Volevo che questo disco parlasse con la mia voce femminile e libera: un inno alla gioia spontanea, alla vita condivisa, al ritmo che ci unisce.”
Concepito e registrato “on the road”, tra voli e paesaggi internazionali, Caribe riflette la filosofia musicale di Ana Carla: radici cubane e sguardo globale, un multilinguismo sonoro che si è plasmato tra l’Havana, Madrid e Parigi, città dove ha completato i suoi studi classici.
Sarà dedicato alla presentazione del libro “In nome della libertà – casumaresi nella Resistenza”, curato da Mario Pinca con la collaborazione di Paola Bergamini e Massimo Mattioli (Edizioni La Carmelina, 2025), l’incontro in programma lunedì 5 maggio 2025 alle 17:00 nella biblioteca Ariostea (Via delle Scienze, 17, FE).
Dialogherà con gli autori: Roberto Cassoli, presidente ANPI Ferrara.
Le pagine del libro raccontano storie di coraggio, di determinazione e di speranza, in cui i protagonisti sono giovani, uomini e donne che, in un tempo di terrore e oppressione, hanno scelto di lottare per la libertà e la dignità degli esseri umani. La partecipazione alla Resistenza dei casumaresi, non adeguatamente ricordata, è stata un esempio straordinario di quanto la forza dei valori umani e l’amore per la libertà possano animare i cuori di chi ha scelto di non arrendersi. Giovani di ogni estrazione sociale si sono uniti contro un nemico che sembrava invincibile, portando avanti un’idea di giustizia che non aveva nulla a che fare con la violenza cieca della dittatura, ma tutto a che fare con il desiderio di un futuro migliore, fatto di pace e libertà. In questo libro gli autori, che ringrazio sentitamente, vogliono rendere omaggio a quella gioventù coraggiosa che, nonostante le paure e le difficoltà, ha scelto di opporsi al nazifascismo, dando vita a una Resistenza che ha scritto pagine indelebili della nostra storia e che oggi è fondamento dei valori della nostra Costituzione.
Si annuncia un appuntamento ricco di fascino il concerto intitolato “Tre artisti della Belle Époque a confronto”, che si svolgerà mercoledì 7 maggio alle 18.00 nell’ambito della stagione di Roma Sinfonietta all’Auditorium “Ennio Morricone” dell’Università di Roma “Tor Vergata” (Macroarea di Lettere e Filosofia, via Columbia 1).
In programma musiche di tre dei maggiori compositori di quell’epoca, due francesi e un italiano: sono Gabriel Fauré, Claude Debussy e Ottorino Respighi, di cui Il mezzosoprano Lucia Napoli e il pianista Antonello Maio presenteranno una scelta di mélodies e romanze composte negli anni della Belle Époque, cioè tra la fine dell’Ottocento e lo scoppio della prima guerra mondiale. Questo lungo periodo di pace diede adito ad una sostenuta crescita economica e ad una fioritura di scoperte tecnologiche e scientifiche, che portarono ad un aumento del benessere e ad un miglioramento delle condizioni generali di vita di tutta la società: fu dunque un periodo di felicità e ottimismo, sebbene incrinato da qualche crepa.
Il concerto mette dunque a confronto tre dei più grandi musicisti di questo periodo storico, che adottarono però linguaggi e stili diversi. Questo viaggio musicale nella Belle Époque parte dalle melodie dolci ed incantate di Fauré, passa attraverso il simbolismo onirico di Debussy e arriva alla prorompente forza espressiva di Respighi. Tra gli autori delle poesie da loro messe in musica figurano i più grandi poeti di quegli anni ma anche di altre epoche, come Victor Hugo, Leconte de Lisle, Pierre Louys, Gabriele D’Annunzio, Percy Bysshe Shelley. Questi brevi brani vocali sono capolavori raramente eseguiti, specialmente in Italia, e saranno una scoperta per molti ascoltatori. Tra loro si inseriscono anche alcuni brani per pianoforte, come quelli della “Suite bergamasque”, una delle composizioni più famose di Debussy. Il concerto si conclude con “Tramonto” di Respighi, che sancisce la fine della Belle Époque: fu infatti composto nel 1914, anno funesto durante il quale lo scoppio della Prima Guerra Mondiale distrusse quel mondo.
La mezzosoprano Lucia Napoli si dedica in special modo al belcanto, alla musica barocca e alla musica vocale da camera. È protagonista di un’intensa attività in molte delle sale da concerto e dei teatri più̀ importanti al mondo, da Tokyo ad Amsterdam, da Berlino a Lisbona, da Firenze a Varsavia, da Vienna a New York, con direttori quali Riccardo Muti, Ottavio Dantone, Rinaldo Alessandrini e Christopher Hogwood. Ha al suo attivo numerose incisioni discografiche.
Il pianista Antonello Maio, dopo aver conseguito numerosi riconoscimenti in concorsi nazionali e internazionali, ha iniziato una variegata attività concertistica nel segno della poliedricità, della curiosità e della ricerca. Ha suonatoto in prima esecuzione musiche di molti compositori contemporanei, tra cui Vacchi, Lombardi, Sinopoli, Panni, D’Amico, Pennisi, Petrassi e Vlad. Si è dedicato molto anche alla musica per il cinema, suonando sotto la direzione di Bacalov, Piovani, Nyman e Morricone.
Biglietti: € 12,00 intero; € 8,00 ridotto per personale universitario, over 65 e titolari CartaEffe Feltrinelli; € 5,00 studenti. I biglietti si possono prenotare telefonicamente(06 3236104) e ritirare il giorno del concerto oppure acquistare direttamente prima del concerto. Informazioni: www.romasinfonietta.it
Nei giorni scorsi si è svolta a Riolo Terme (RA), nella sede dell’IPSSAR – Istituto Alberghiero Statale “Pellegrino Artusi”, la sesta edizione della gara gastronomica “La Cucina del BenEssere”, organizzata dall’azienda romagnola Natura Nuova, in collaborazione con l’Istituto riolese. La competizione, riservata alle classi terze e quarte indirizzo enogastronomico degli Istituti Alberghieri italiani, ha registrato una nutrita partecipazione. Come da regolamento, quattro gli istituti finalisti: “Pellegrino Artusi” di Forlimpopoli (FC), “S. P. Malatesta” di Rimini, “Tonino Guerra” di Novafeltria (RN), “Pietro Piazza“ di Palermo.
Tra questi, ad aggiudicarsi la gara è stato il “Tonino Guerra” di Novafeltria, grazie a “Il Dolce che non c’è”, semifreddo di patate e Seitan su pandispagna al Tofu, crumble di Tempeh e Frullá al mango.
A decretarne la vittoria, la qualificata giuria tecnica formata da: Maria Fiorenza Caboni, Professoressa Ordinaria nel settore delle Scienze e Tecnologie Alimentari dell’Università di Bologna e autrice di oltre 200 pubblicazioni anche su riviste scientifiche internazionali; lo chef Devis Sforzini, da 25 anni nel mondo della ristorazione, consulente aziendale e docente per corsi di formazione per il settore Ho.Re.Ca.; Chiara Setti, digital marketing strategist per lavoro e foodblogger per passione con “La cucina dello stivale”; Luca La Fauci, biologo nutrizionista e tecnologo alimentare, ha preso parte, in veste di esperto, a centinaia di trasmissioni televisive sui canali RAI, è autore di testi scolastici per Rizzoli Libri sulla Scienza dell’Alimentazione ed è insegnante di ruolo all’IPSSAR “P. Artusi” di Riolo Terme.
Inoltre, il “Pietro Piazza” di Palermo ha ricevuto una menzione speciale dalla giuria popolare per il “Cous cous di mais con brasato di Tempeh al Nero d’Avola”.
Il tema della gara di quest’anno è stato “Acqua, bene prezioso”; pertanto, i partecipanti, oltre a dover fare un uso corretto delle proteine vegetali, dovevano avvalersi di tecniche di cottura che riducessero il consumo di acqua, come la cottura a vapore o il sottovuoto. Alla base delle singole preparazioni doveva essere presente almeno uno tra seitan, tofu e tempeh, ingredienti 100% vegetali. Per la realizzazione di ciascun piatto, ogni Istituto ha potuto scegliere le materie prime ritenute più opportune, a eccezione di carne e pesce, ponendo attenzione anche alla valorizzazione degli scarti in un’ottica di contrasto dello spreco alimentare.
«Questo evento rappresenta un’importante occasione di crescita per gli chef del futuro, offrendo loro la possibilità di sperimentare e approfondire l’utilizzo di ingredienti vegetali come tofu, seitan e tempeh, veri protagonisti della cucina moderna e sostenibile – sottolineano da Natura Nuova –Attraverso questa gara vogliamo stimolare la creatività e indirizzare gli studenti in un percorso di innovazione e responsabilità, in cui il benessere alimentare e quello ambientale vanno di pari passo».
Oltre al riconoscimento, per il 1° classificato anche un assegno del valore di 500 euro per l’acquisto di attrezzature scolastiche. Inoltre, tutti gli istituti finalisti hanno ricevuto un attestato di partecipazione e una fornitura di prodotti Natura Nuova (tofu, seitan e tempeh a marchio Compagnia Italiana e puree di frutta a marchio Frullà) per l’anno scolastico 2025-2026. Nel corso della loro permanenza in Romagna, studenti e accompagnatori hanno avuto l’opportunità di visitare uno degli stabilimenti produttivi di Natura Nuova. È stato un momento formativo particolarmente significativo, che ha permesso ai ragazzi di scoprire e approfondire in maniera concreta i processi produttivi dei prodotti impiegati nel concorso, comprendendone così meglio la qualità, l’origine e l’attenzione dell’azienda alla sostenibilità.
Lo Stabat Mater, cantato durante il rito della Via Crucis e le processioni del Venerdì Santo,è un momento emblematico della Settimana Santa e uno dei brani musicali più importanti della liturgia cattolica. È stato messo in musica da innumerevoli compositori, tra cui Palestrina, Vivaldi, Haydn, Rossini e Verdi. Ma lo Stabat Mater più celebrato e più popolare è quello composto da Giovan Battista Pergolesi nel 1736, pochi giorni prima della sua scomparsa ad appena ventisei anni d’età. Verrà ora eseguito nella settimana di Pasqua, precisamente il 16 aprile alle 18.00 nell’ambito dei concerti di Roma Sinfonietta presso l’Auditorium “Ennio Morricone” dell’Università di Roma “Tor Vergata” (Macroarea di Lettere e Filosofia, via Columbia 1).
Lo Stabat Mater ha ispirato anche molti musicisti dei nostri giorni, tra cui Matteo D’Amico, uno dei compositori italiani più noti e ammirati in campo nazionale e internazionale, eseguito nelle più prestigiose sale da concerto di Londra, Parigi, Amsterdam, Atene, Francoforte, Tokyo e altre grandi città. Nel 1999 ha composto un suo Stabat Mater su testo di Vincenzo Consolo, che ha tradotto dal latino all’italiano il testo medioevale attribuito tradizionalmente a Jacopone da Todi e vi ha aggiunto alcuni Salmi latini di carattere penitenziale per il tempo di Quaresima, inserendoli all’interno di un testo in italiano derivato dal suo romanzo Lo Spasimo di Palermo. Con una sottile venatura autobiografica, Consolo narra di un intellettuale siciliano costretto, all’indomani della fine della guerra, a lasciare una Palermo stritolata dall’aggressività della mafia rampante. Quarant’anni dopo, al ritorno nella sua città, si accorge che il suo degrado è ancor più evidente e si trova ad essere testimone dell’omicidio di Paolo Borsellino: il giudice assassinato e la sua vecchia madre, sotto la cui finestra si compie l’eccidio, rinnovano l’immagine secolare del compianto di Maria ai piedi del Cristo crocefisso.
Musica, poesia, prosa, voci si alternano in questo moderno Stabat Mater per amplificare una tragedia antica, eppure moderna e contemporanea. In quest’esecuzione le voci sono quelle del soprano Giulia Peri, del mezzosoprano Lucia Napoli e dell’attore Francesco Trifilio, a cui si aggiunge un’orchestra austera formata solo da strumenti ad arco e dalle percussioni. Sul podio un direttore particolarmente versatile, Gabriele Bonolis, che ha diretto un ampio repertorio di musica operistica e sinfonica dei secoli scorsi e contemporanea in Italia, Germania, Repubblica Ceca, Bulgaria, Norvegia, Oman, ecc. Molteplici le sue esperienze anche nella musica per il teatro e per il cinema: in quest’ultimo campo si segnala la sua lunga collaborazione con Ennio Morricone.
Biglietti:€ 12,00 intero, € 8,00 ridotto per personale universitario, over 65 e titolari CartaEffe Feltrinelli, € 5,00 studenti
I biglietti si possono prenotare telefonicamente(06 3236104) e ritirare il giorno del concerto oppure acquistare direttamente all’auditorium a partire da un’ora prima del concerto.
Una voce che incanta, un sassofono che danza: Antonio Lizana arriva a Terni per il prossimo appuntamento di Visioninmusica con il suo progetto più maturo e magnetico, in una serata che si preannuncia come un’esperienza musicale e visiva dal forte impatto emotivo. Venerdì 11 aprile 2025, alle ore 21, l’Auditorium Gazzoli ospita uno degli artisti più vitali della scena internazionale, capace di riunire mondi sonori apparentemente distanti in una forma espressiva unica, in continuo divenire.
Cresciuto a San Fernando, nel cuore dell’Andalusia, Antonio Lizana incarna la nuova generazione del flamenco, portando con sé il fuoco del cante jondo e la libertà armonica del jazz. Musicista completo – sassofonista, cantante, autore – ha attraversato i continenti con la sua musica, suonando in oltre trenta Paesi e calcando i palcoscenici di festival internazionali a New York, Londra, Barcellona, Austin, Shanghai e Casablanca. Il pubblico italiano avrà l’occasione rara di ascoltarlo in formazione completa: cinque artisti sul palco, per un dialogo continuo tra strumento, voce e corpo.
Al pianoforte e alle tastiere il talento cristallino di Daniel García, tra i più raffinati musicisti della nuova scena madrilena. Il basso di Arin Keshishi, la batteria e le percussioni di Shayan Fathi, costruiscono un tappeto ritmico dinamico, cangiante, pronto a cedere il passo alla fisicità magnetica di El Mawi de Cádiz, ballerino flamenco la cui presenza scenica, insieme alla voce e al sax di Lizana, evoca un tempo antico e insieme sorprendentemente attuale.
Una voce che incanta, un sassofono che danza: Antonio Lizana arriva a Terni per il prossimo appuntamento di Visioninmusica con il suo progetto più maturo e magnetico, in una serata che si preannuncia come un’esperienza musicale e visiva dal forte impatto emotivo. Venerdì 11 aprile 2025, alle ore 21, l’Auditorium Gazzoli ospita uno degli artisti più vitali della scena internazionale, capace di riunire mondi sonori apparentemente distanti in una forma espressiva unica, in continuo divenire.
Elisabetta Castiglioni (anche per l’immagine di Ana Solinis)
Sabato 12 e domenica 13 aprile, il Museo del Saxofono di Maccarese ospita due appuntamenti musicali di grande fascino, che promettono di coinvolgere pubblici diversi attraverso linguaggi artistici ricercati e profondi. Due serate consecutive che vedranno alternarsi le atmosfere solari del jazz mediterraneo e le suggestioni intense della musica elettroacustica contemporanea, confermando ancora una volta il ruolo del museo come luogo dinamico e vivo, dove la cultura musicale si intreccia con la bellezza e il valore di uno spazio unico nel panorama internazionale.
Il primo concerto, sabato 12 aprile alle ore 21:00, è affidato al Mediterranean Jazz Quartet, formazione capitanata da Nicola Buffa alla chitarra, affiancato da Francesco Bignami al pianoforte, Bruno Zoia al contrabbasso e Cesare Botta alla batteria e percussioni. Il gruppo propone una musica originale, che nasce dal contributo creativo di tutti i suoi componenti, e si nutre delle influenze artistiche del bacino del Mediterraneo, con sonorità che richiamano la tradizione latina, le scale orientali e le forme del jazz contemporaneo. Il concerto prende il titolo dal nuovo progetto discografico Una Favola Mediterranea, un percorso che si sviluppa anche attraverso i brani tratti dai precedenti album del quartetto: Immagini di Roma, Sangue Latino e La Musica Dentro. Le composizioni, melodiche, evocative e ritmicamente ricche, si articolano su strutture solide e al tempo stesso aperte all’improvvisazione, in un equilibrio riuscito tra radici e contemporaneità. Un sound fresco e autentico, che parla una lingua musicale universale ma profondamente italiana. Il concerto sarà preceduto, alle ore 20, da un apericena a cura del Museo, per una serata completa tra gusto e musica: il costo del biglietto di ingresso è di € 18,00 + € 1,00 di prevendita (acquistabile su Liveticket.it e presso la biglietteria del Museo) mentre l’apericena facoltativa ha un costo opzionale di € 17,00.
Domenica 13 aprile, alle ore 18:30, il Museo ospiterà invece il concerto Echoes of the Time, una riflessione sonora sulla contemporaneità che si traduce in cinque opere tra voce, strumenti ed elettronica. Le composizioni, firmate da Francesco Telli, Christian Banasik, Giorgio Nottoli e Giovanni Costantini, affrontano temi profondi e attualissimi: dal femminicidio al trauma del presente, dalle migrazioni alla dimensione interiore del respiro. Le due prime assolute, Eco dopo Narciso di Telli e Echoes of Time di Banasik (commissionata dalla Kunststiftung NRW), dialogano con lavori come Trama sospesa di Nottoli e Anchors in Waves di Costantini, in un susseguirsi di atmosfere immersive. Interpreti d’eccezione come la voce intensa e sperimentale di Virginia Guidi, la viola raffinata di Luca Sanzò e il sassofono di Enzo Filippetti, da anni protagonista della scena elettroacustica internazionale, daranno corpo a una serata di grande densità emotiva. La regia del suono sarà affidata agli stessi compositori Banasik e Nottoli, punti di riferimento nella ricerca musicale elettronica. Il concerto, ad ingresso gratuito, è un invito all’ascolto profondo, dove ogni suono si fa linguaggio e ogni pausa racconta una storia.
Nella mattinata, alle ore 11:00, è in programma anche una originale visita guidata alle collezioni del museo che prevede delle performances musicali dal vivo. La visita è a cura del direttore del museo Attilio Berni con tema: “Il saxofono e le sue metamorfosi”.
Gli eventi di domenica 13 sono gratuiti previo pagamento del biglietto di ingresso al museo.
Il Museo del Saxofono, nato dalla passione e dalla visione di Attilio Berni – musicista, collezionista e direttore artistico – è oggi considerato un vero gioiello nel panorama museale italiano. Inaugurato nel 2019 a Maccarese, a pochi chilometri da Roma, rappresenta il più grande centro espositivo al mondo dedicato al sassofono. La collezione permanente conta oltre seicento strumenti, alcuni dei quali rari o addirittura unici, tra cui il sassofono più piccolo e quello più grande mai costruiti, oltre a pezzi storici appartenuti a giganti del jazz e della musica classica. Accanto agli strumenti, il museo ospita spartiti, accessori, grammofoni, documenti e memorabilia che raccontano la storia affascinante di questo strumento simbolo del Novecento. Ma il Museo del Saxofono è anche un centro culturale attivo, dove la musica si suona, si ascolta e si vive: concerti, mostre, eventi, attività didattiche si susseguono in un programma ricco e coinvolgente che ha come missione quella di far conoscere, valorizzare e far amare la cultura musicale in tutte le sue forme.